Alla prova del coronavirus le cripto vacillano, ma non scompaiono

Bitcoin giù

Alla luce del recente massacro avvenuto la settimana scorsa nei mercati, con titoli sprofondati e l’intera industria cripto che ha testimoniato il suo peggior crollo giornaliero di tutta la propria storia, ci troviamo con delle domande cui rispondere. Alcuni parlano di una perdita secca del 50% riguardante l’intera industria cripto, ma anche la cifra non fosse esattamente quella, si tratta di numeri terribili, che impongono alcune riflessioni.

Bisogna farsi domande difficili

In primis, la narrativa del “bene rifugio” che è stata portata avanti e sconfessata più volte può essere finalmente messa in soffitta a seguito dell’enorme perdita subita dalle criptovalute. Il crollo non è stato infatti del solo Bitcoin, ma di tutta l’industria. Anche l’ecosistema di Ethereum ha visto diversi dump, e gli exchange in tutto il mondo hanno faticato a gestire l’estrema volatilità.

Loomer, una figura importante nell’industria cripto, si è posto una domanda che tutti dovrebbero porsi in questa situazione: cosa dovrebbe fare l’industria cripto per cercare di recuperare credibilità ed investitori? Con la situazione attuale dei mercati è infatti molto semplice sottolineare l’incredibile volatilità che contraddistingue il settore. Perfino le stablecoin come Dai, di cui abbiamo parlato in precedenza, hanno faticato e sono quasi crollate sotto la monumentale pressione ribassista dei mercati.

C’è del buono in criptolandia

In risposta a questo tweet, gran parte del criptoverso ha cercato di scherzare per sgonfiare la questione, sottolineandone così però l’importanza. Tra le battute troviamo tuttavia alcune prese di posizione serie.

Alcuni hanno per esempio evidenziato il potenziale enorme di profitto che potrebbe portare un investimento in criptovalute. Bitcoin ora si può comprare ad uno dei suoi prezzi più bassi dell’ultimo periodo, nonostante abbia già recuperato rispetto al punto più basso toccato durante il crollo. Coloro che hanno comprato quando il prezzo ha toccato il fondo hanno già realizzato cospicui profitti. Tuttavia questa linea di ragionamento è lo stesso che dire: ho scelto il momento giusto ed ho approfittato di un crollo del mercato per guadagnare con la sua ripresa.

Investimento o scommessa?

Com’è intuibile, quello appena descritto non è un buon modo per vendere alcunchè. Suona più come una scommessa che come un investimento, cosa che parlando di Bitcoin molti riconosceranno come una sensazione familiare. Questa situazione estrema ha però portato alla luce gli aspetti peggiori della questione. Viviamo senz’altro giorni bui per l’industria cripto, i danni subiti potranno essere riparati solo tra qualche anno o mese, se la fortuna dovesse tornare.

Ad ogni modo, il crollo dei mercati cripto non è stato del tutto negativo. Parlando ad esempio di Bitcoin, nonostante il tracollo il network ha retto, ed il suo valore è rimasto sopra il minimo del 2018. Non dobbiamo dimenticare inoltre che l’halving è a meno di 60 giorni.

Vediamo quindi quali possono essere gli aspetti positivi di questa crisi.

I mercati delle cripto hanno retto la loro prima crisi globale

Benchè abbiamo assistito a svalutazioni estreme nel mercato cripto, il valore di Bitcoin e criptovalute non è arrivato a zero. Questo è molto significativo considerando che Bitcoin e criptovalute erano nate in seguito alla crisi finanziaria del 2008 e non avevano ancora superato il test di un rischio finanziario simile nei successivi 12 anni.

Molti investitori temevano che Bitcoin arrivasse ad un nuovo minimo sotto i 3000$ questa settimana, ma i mercati hanno effettuato un rimbalzo. Ciò significa che il trend rialzista potrebbe essere comunque intatto, e che i mercati cripto sono più resilienti di quanto si pensasse in precedenza. Satoshi ha progettato Bitcoin per essere anti-fragile e per reggere le tempeste di una valuta senza alcun ente regolatore. Considerando l’annuncio degli USA di un possibile stimolo all’economia da 1500 miliardi, le cose stanno andando come previsto da Satoshi.

Saldi pre-halving

Bitcoin, Ethereum, XRP, Bitcoin Cash, Litecoin, etc. non si vedevano a questi prezzi da Aprile dell’anno scorso. Warren Buffet è famoso per il suo detto “sii avido quando gli altri hanno paura”. Beh, questo sembra proprio il momento di essere avidi.

Questi valori verosimilmente non dureranno molto, specialmente se gli investitori che hanno venduto sull’onda del panico la scorsa settimana ricompreranno in vista dell’halving. Come descritto in precedenza, che è riuscito a comprare nel momento del massimo ribasso può già oggi godere di profitti di tutto rispetto.

In genere a forti correzioni seguono mercati rialzisti

Tipicamente dopo una forte correzione come quella della scorsa settimana si tende a formare una forte ripresa nei mesi seguenti. Il 10 dicembre 2018 per esempio Bitcoin arrivò ad un minimo di 3121$/Bitcoin. Per il giugno seguente aveva raggiunto i 14000$.

In questo momento può essere che i grossi investitori stiano aprendo le loro posizioni long per il periodo rialzista dettato dal prossimo halving. Bitcoin non è nuovo a correzioni anche dell’80% che sono state seguite da formidabili risalite, seguite da altrettanto rovinose discese. Al minimo raggiunto la scorsa settimana eravamo comunque 470$ sopra il minimo precedente, il supporto in media mobile dei 200 giorni precedenti ha tenuto e gli acquisti FOMO (per paura di perdere il momento) degli hodlers ha portato ad un cospicuo rimbalzo. Potremmo rimanere a questi livelli per un po’, ma il peggio sembra essere passato. Con l’halving all’orizzonte potremmo vedere un nuovo massimo annuale molto presto.

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